27 Ott 3 tecniche letterarie da usare nel tuo copywriting
3 tecniche letterarie per il copywriting
Se c’è una cosa che poesia e narrativa sanno fare è stabilire una connessione con il lettore. I nostri libri preferiti usano tecniche letterarie che ci fanno sentire più vicini ai personaggi, i luoghi e la trama che incontriamo sulle pagine. Perché dunque non usare le stesse tecniche anche nel copywriting?
Più profonda è la connessione creata con chi viene a contatto con le nostre parole, più sarà facile convincerli ad avvicinarsi al nostro prodotto. Di seguito vediamo insieme 3 tecniche letterarie che dovresti cominciare a considerare per scrivere in modo più persuasivo:
La rima
La rima è piacevole da ascoltare e facile da ricordare. D’altronde, tutti noi ci ricordiamo almeno una filastrocca o una ninna nanna che abbiamo imparato all’asilo. La rima infatti aiuta la memoria: rimane impressa. Per questo è utile anche nel copywriting.
Nel libro “To Sell is Human”, Daniel Pink condivide uno studio in cui viene chiesto ai partecipanti di valutare due affermazioni con lo stesso significato ma scritte in modi diversi:
Woes unite foes (I dolori uniscono i nemici) contro Woes unite enemies (I dolori uniscono i nemici).
Mentre entrambe le affermazioni portano lo stesso messaggio, i lettori trovavano più facile la frase che rimava. Per forza: le affermazioni in rima rendono il contenuto memorabile.
La regola del tre
Lo diceva un famoso spot di telefonia mobile: “3 is a magic number”!
Ma perché il numero 3 funziona meglio degli altri? La risposta è perché crea uno schema, e a noi umani, queste strutture piacciono tanto. Il 3 è infatti il numero più piccolo che può formare uno schema.
Pensa a come leggi il tuo numero di telefono. In gruppi da due o da tre, no?
Anche inconsciamente, hai usato la Regola del Tre per anni. La Regola funziona quando si tratta di raggruppare parole o frasi in tre (come il “Just Do It” di Nike o il “Yes we can” di Obama), così come di ripetere parole o frasi tre volte (come “Education, education, education” di un discorso dell’ex primo ministro britannico Tony Blair).
Il trucco dietro questa tecnica letteraria è legato alla tendenza del nostro cervello a raggruppare e ricordare meglio le informazioni che sono già divise per 3.
L’anafora e l’epifora
L’anafora è la ripetizione di una parola o di una frase all’inizio di diverse proposizioni o frasi. È ancora una questione di schemi e di preferenze del nostro sistema nervoso. Un’anafora radica ulteriormente un concetto nella mente del pubblico.
Lo sapeva Charles Dickens nel 1859, quando venne pubblicato “Racconto di due città” e il suo famoso incipit:
“Era il migliore di tutti i tempi, era il peggiore di tutti i tempi, era il secolo della saggezza, era il secolo della stoltizia, era l’epoca della fede, era l’epoca dell’incredulità, era la stagione della Luce, era la stagione delle Tenebre, era la primavera della speranza, era l’inverno della disperazione…”
Più di 150 anni dopo lo sa bene anche Apple:
L’epifora è la stessa cosa dell’anafora, ma con la ripetizione posta alla fine della proposizione.
di
Ornella Begalli
Social media manager
Mezza messicana, mezza italiana, mi sento a casa quando parlo inglese. Mi vesto tutti i giorni di nero ma trovo sempre una scusa per riempirmi la faccia di brillantini. Carlo Emilio Gadda è il mio arci-nemico, sono più una tipa alla Ginzburg.