17 Apr SenzaFiltro: Solisti Veneti, presentazione reportage del lavoro in Veneto
SenzaFiltro: Solisti Veneti, presentazione reportage del lavoro in Veneto
Ancora una tappa itinerante della redazione di Senza Filtro per incontrare il pubblico e i lettori dai diversi territori raccontati da settembre ad oggi da nord a sud d’Italia.
È la volta di Padova, ospiti di Auxiell, per una serata dedicata alla presentazione del reportage andato online a novembre dal titolo “Solisti Veneti”:
come sempre una serata di confronto sulla cultura del lavoro di questa regione e delle sue diverse province e città, un viaggio dentro la loro geografia invisibile e uno scambio libero sul perché dei tanti luoghi comuni che caratterizzano ancora il Veneto.
Saranno presenti gli autori e i giornalisti che hanno firmato il reportage, oltre a tutte le persone, istituzioni, imprenditori e professionisti con cui Senza Filtro ha costruito questo grande racconto veneto.
“Poche le voci di un Veneto per tutti, un Veneto bandiera che non fosse solo schiena curva, fabbriche anche sabato e domenica e voglia di riscatto a suon di schei, un Veneto con meno paure del passato.
Sotto il Veneto c’è un pieno che non trova spazio e che ogni tanto sbotta; il Veneto è un tappo a cui il tempo ha imposto di tenere, costi quel che costi, anche se le guarnizioni di oggi non sono più quelle di prima e la tenuta non garantisce come un tempo il risultato. Qui c’è da capire ancora molto e da restituirlo in interessi, prima ancora delle banche.
Lavoro tanto, arrivo dove voglio:quante volte mi hanno ripetuto questa frase durante l’ultimo mese tra la gente. In tanti me l’hanno riesumata da un periodo che ancora scotta anche se non brucia più; resta il callo da guardarsi ogni giorno perché i calli sul corpo a questo servono.
Lavorare, solo lavorare, è stata l’unica fede dei padri che un po’ alla volta hanno scollato le famiglie, poi le vite, poi il sistema; un lavorare che costava meno fatica del capire. Tanti i figli e altrettante le generazioni che di quella fede ereditata ora pagano lo scotto e che per questo si sono fatti meno credenti, forse meno praticanti, meno professanti. I figli sfasciano ma sanno anche avanzare fin dove i padri non avrebbero mai osato e al Veneto viene voglia di augurarlo.
In Veneto, ben nascosto, deve per forza esserci un buco in cui gli imprenditori vanno a buttarci le paure e la vergogna che non sanno reggere quando la crisi spoglia tutto. Forse è lo stesso buco da cui ogni tanto Venezia si allaga, come fosse il pianto di una terra intera che stremata cerca sfogo. La vergogna è un sentimento tanto nobile (quando necessario), quanto frainteso (quando ignorato) e i soldi possono sparire da un momento all’altro anche se li hai trattati sempre come uno di famiglia e anche se ti eri fidato di un sistema. La vergogna ti dice chi sei e fin dove puoi arrivare, da lì in poi è meglio fermarsi a testa alta.
Il Veneto è dato per scontato montandoci sopra i pregiudizi, meno la storia, ancor meno il presente in transizione.
Sanno rigenerarsi, invece, qui e sanno farlo bene.
Sanno anticipare il futuro, qui, e sanno annusarlo bene”.
[L’editoriale di Stefania Zolotti per il numero speciale di SenzaFilro “Solisti Veneti]”.